Vaccino vs Harvard :uno studio dimostra che e' piu' pericoloso del covjd-stesso - Speranza Trema

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La narrativa del vaccino crolla mentre uno studio di Harvard mostra che Jab è più pericoloso del COVID , e Speranza e' sempre piu' coinvolto Leggiamo da : La narrativa del vaccino crolla mentre lo studio di Harvard mostra Jab più pericoloso del COVID (theflstandard.com)   come confermato da tutte le fonti citate al suo interno Poiché i booster che non sono stati testati sugli esseri umani vengono lanciati in tutto il paese, un nuovo studio indica che il jab è molto più pericoloso dello stesso COVID-19. E il CDC ha fornito false informazioni riguardo al tracciamento degli eventi avversi legati ai vaccini. Poiché i funzionari del governo e i media mainstream esortano i vaccinati a iniettare un secondo cosiddetto booster "bivalente" che si dice stia prendendo di mira la variante Omicron, si scopre che questa sostanza non è stata testata sull'uomo.  E l'unico studio sugli animali che è stato eseguito includeva otto topi . “Non è stato dimostrato in una sperimenta

Dal laboratorio ai paesi in via di sviluppo-futuro-nanotech

Dal laboratorio ai paesi in via di sviluppo-futuro-nanotech

nanotech- FUTURO–Tecnologie
FUTURO – Tecnologie per tutti: per il nostro mondo che invecchia e per quello che vorrebbe arrivarci, alla vecchiaia. La sfida che si pone alla ricerca applicata è quella di rispondere alle esigenze di tutta la popolazione mondiale, non soltanto dei paesi più ricchi. A parlare è Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, che in un incontro pubblico nel corso di Trieste Nextha illustrato alcune avanguardie della tecnologia bioispirata: innovazioni che prendono suggerimenti dagli organismi viventi per affrontare sfide globali.
«La tecnologia ci può aiutare in due modi», racconta Cingolani. «Il primo aiuto è di natura culturale: ci può insegnare come risparmiare, per evitare sprechi di energia, acqua, risorse naturali.
 Il secondo è più diretto: può fornire strumenti per aumentare la possibilità di sopravvivere e per migliorare la qualità della vita. Ecco il ruolo della tecnologia nello screening della popolazione, nella prevenzione di catastrofi, nelle applicazioni mediche».

Dalle “astronavi di nanoparticelle” per la diagnosi superprecoce, ai nanosensori utilizzabili per la sicurezza alimentare, non mancano le tecnologie bioispirate pensate in modo specifico per i paesi in via di sviluppo: si tratta di kit economici, che possono fornire soluzioni locali in ambito di salute pubblica, disponibilità di acqua potabile, sicurezza ambientale.
In molti casi le tecnologie non mancano, ma il rischio è che le innovazioni restino ferme in laboratorio. 
È in questo che il nostro paese dovrebbe cambiare marcia. «Non si tratta soltanto di un problema tecnico e scientifico», sostiene Cingolani, «ma soprattutto culturale». 
Per passare dalla costruzione di gioiellini di innovazione nei centri di ricerca alla proposta dei prodotti sul mercato, secondo lo scienziato, serve un sistema in grado di pensare più a lungo termine. In altre parole, un parco di investitori capaci di sostenere il passaggio da un prototipo a una fase di pre-produzione: è qui che l’Italia è rimasta più indietro.
«Esiste un problema da risolvere tra la ricerca e l’industria», commenta Cingolani. «Due mondi distanti, che non si fidano l’uno dell’altro».
http://oggiscienza.wordpress.com/2014/09/29/dal-laboratorio-ai-paesi-in-via-di-sviluppo-il-futuro-del-nanotech/

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