Ricerche deprimenti per curare la depressione, la nuova frontiera della chirurgia estetica
Davide Mantovani
Una ricerca della Georgtown Medical School, propone l’uso del Botox Vistabex per paralizzare alcuni muscoli facciali in modo da eliminare le espressioni tristi.
Stamattina, mentre facevo la solita rassegna stampa, mi sono rifatto gli occhi con una notizia pubblicata proprio oggi dal Corriere della Sera, la Georgtown Medical School, ha condotto una ricerca per battere la depressione, una terribile patologia che interessa milioni di persone, e udite, udite, non è stata scoperta una nuova terapia, la cura sarebbe la chirurgia estetica.
A dire il vero non volevo crederci e mi sono incaponito, scoprendo mio malgrado che non stavo sognando, è tutto vero, la soluzione, secondo i ricercatori, sarebbe quella di farsi iniettare del Botulino per paralizzare alcuni muscoli del viso in modo da non essere più capaci di fare espressioni tristi, insomma il segreto è quello di avere un sorrisetto da ebete costantemente stampato in volto.
Ridere fa bene, questo è ben noto, ogni volta che ridiamo mettiamo in moto circa 400 muscoli, rafforziamo cuore e polmoni, attuiamo una forte ossigenazione del sangue, eliminiamo tossine e rilasciamo endorfine nel cervello, inoltre il movimento del diaframma, produce un effetto benefico sull’apparato digerente eliminando acidi grassi e sostanze tossiche.
Ma se di ridere proprio non ne abbiamo voglia, basta ingannare il nostro cervello intervenendo sul meccanismo fisico che produce gli stati d’animo, in una vera e propria fuga dalla realtà, in quello che mi sento di apostrofare come un pericoloso delirio estetico.
Sei depresso?
Non ti preoccupare, abbiamo eseguito una ricerca fatta apposta per te, lascia perdere il resto, ti paralizziamo i muscoli facciali.
I soldi non fanno la felicità ma aiutano, diceva qualcuno, e lo sanno bene quelli della Georgtown , che non a caso hanno compiuto uno studio rispetto ad una tendenza, quella di farsi qualche ritocchino, che nonostante la crisi ha mantenuto uno standard di tutto rispetto, in un mercato in cui l’Italia si colloca al quinto posto dopo Stati Uniti, Brasile, Cina e Giappone.
Senza voler giudicare chi ricorre ad interventi estetici per conquistare una realizzazione personale, credo che il vero problema sia una società che sempre di più giudica e spesso emargina in base a canoni di omogeneizzazione che stanno producendo una grave miopia di valutazione rispetto alla bellezza insita in ogni essere umano.
La frenesia che ci allontana da una vera ricerca della qualità nella nostra vita, prepara un terreno fertile per il lento, ma costante tentativo narcolettico di allontanare le persone da una reale presa di responsabilità della propria situazione personale, fornendo facili e al tempo stesso terribili soluzioni.
La possibilità di raggiungere la consapevolezza della nostra vita è un impresa sempre più ardua, ma è l’unica difesa che abbiamo davanti ad una volontà sempre più manifesta di renderci inebetiti e docili, dobbiamo vivere pienamente, è questo il primo grande passo per cambiare ciò che non va nella nostra vita, altro che chirurgia estetica, come dice il comico Alessandro Bergonzoni, io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
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