Vaccino vs Harvard :uno studio dimostra che e' piu' pericoloso del covjd-stesso - Speranza Trema

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La narrativa del vaccino crolla mentre uno studio di Harvard mostra che Jab è più pericoloso del COVID , e Speranza e' sempre piu' coinvolto Leggiamo da : La narrativa del vaccino crolla mentre lo studio di Harvard mostra Jab più pericoloso del COVID (theflstandard.com)   come confermato da tutte le fonti citate al suo interno Poiché i booster che non sono stati testati sugli esseri umani vengono lanciati in tutto il paese, un nuovo studio indica che il jab è molto più pericoloso dello stesso COVID-19. E il CDC ha fornito false informazioni riguardo al tracciamento degli eventi avversi legati ai vaccini. Poiché i funzionari del governo e i media mainstream esortano i vaccinati a iniettare un secondo cosiddetto booster "bivalente" che si dice stia prendendo di mira la variante Omicron, si scopre che questa sostanza non è stata testata sull'uomo.  E l'unico studio sugli animali che è stato eseguito includeva otto topi . “Non è stato dimostrato in una sperimenta

Meat and Cigarettes

Meat and Cigarettes

 Secondo una discussa ricerca pubblicata su Cell Metabolism da un gruppo dell’University of Southern California, guidato da Valter Longo, assumere grandi quantità di proteine animali tra i 50 e i 65 anni aumenterebbe il rischio di cancro tanto quanto lo aumenta il fumo, mentre dopo i 65 anni potrebbe invece avere effetti benefici. 
La notizia che diete troppo ricche di carne e formaggi non siano salutari non è certo nuova. I risultati di questo articolo però potrebbero da un lato far salire l’allarmismo, dall’altro sottolineare come, nelle diverse fasi della vita, le esigenze dell’organismo cambino e determinate abitudini alimentari possano avere effetti positivi o negativi a seconda dell’età.
Il lavoro si è svolto nel contesto del National Health and Nutrition Examination Survey e si basa su dati di oltre 6.300 persone, rappresentative della popolazione americana dai 50 anni in su. Il contenuto proteico di una dieta è considerato alto se almeno il 20% delle calorie arriva dalle proteine, moderato se la percentuale è compresa tra il 10% e il 19%, e basso se resta al di sotto del 10%.
 Le persone analizzate nello studio assumevano in media 1.823 calorie al giorno, di cui 51% provenienti da carboidrati, 33% da grassi e 16% da proteine. Inoltre, un terzo delle proteine assunte era di origine animale.
Dallo studio è emerso che coloro che seguivano una dieta ricca di proteine avevano un rischio di morte prematura maggiore di circa il 75% rispetto a quelli che seguivano una dieta con un basso contenuto proteico, soprattutto se le proteine erano di origine animale.
 Il rischio di morte era associato a malattie cardiovascolari, cancro e diabete.
 Nella fascia di età tra 50 e 65 anni, un eccesso di proteine animali sembrerebbe addirittura quadruplicare il rischio di morte per cancro, un danno equiparabile a quello di chi fuma 20 sigarette al giorno. Un paragone molto forte e molto contestato dai nutrizionisti.
Le proteine animali aumentano la quantità di IFG-1, un fattore di crescita che aiuta il nostro organismo a svilupparsi, ma che gioca un ruolo nell’insorgenza dei tumori e in diverse malattie. 
I livelli di IGF-1 però calano drasticamente dopo i 65 anni, portando a una potenziale fragilità e perdita di massa muscolare.
 Superata questa età critica seguire una dieta ricca di carne e latticini quindi conviene e rende meno suscettibili alle malattie.
Secondo Longo, “la maggior parte degli americani consuma il doppio delle proteine necessarie e pare ormai chiaro che è fondamentale, nella mezza età, ridurne la quantità.
 Senza esagerare, perché se si eccede all’opposto, eliminando il contenuto proteico dalla propria dieta, ci si ritrova in fretta denutriti e dunque più cagionevoli di salute”.
Molti nutrizionisti però invitano a prendere questo risultato con cautela.
 Un rapporto fra diete molto ricche di carne e rischio di cancro esiste sicuramente, ma secondo ricerche precedenti, come l’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition, che ha coinvolto circa mezzo milione di partecipanti, l’associazione è molto più debole.
Gunter Kuhnle, nutrizionista all’Università di Reading in un articolo sul quotidiano The Independent ha definito “sbagliato e potenzialmente pericoloso” il paragone tra gli effetti di carne e formaggio, e quelli del fumo. Secondo Kuhnle, questo confronto ha fatto guadagnare titoli accattivanti, attenzione mediatica e pubblicità, ma messaggi di questo tipo hanno ricadute dannose dal punto di vista della salute pubblica, poiché interferiscono con la comunicazione sulla corretta alimentazione e sui corretti stili di vita. Un fumatore potrebbe sentirsi in qualche modo legittimato a non smettere di fumare, o considerare un panino con prosciutto e formaggio tanto nocivo quante le sigarette, mentre sul fumo c’è una grande quantità di dati scientifici che indicano l’aumento del rischio di malattia.
 Ma soprattutto, il cibo è necessario, il fumo no.

Crediti immagine: Frettie, Wikimedia Commons
http://oggiscienza.wordpress.com/2014/03/17/meat-and-cigarettes/

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