Nei venti il perché di molte malattie: le “anemopatie”
Chiara Squaglia
L’autunno, così come la primavera, per effetto della spiccata variabilità delle condizioni meteorologiche da un giorno all’altro, è anche la stagione del vento: le perturbazioni che giungono sul nostro Paese sono nella maggior parte dei casi anticipate da venti caldi meridionali (Scirocco, Libeccio) e seguite da venti più freschi settentrionali (Maestrale, Tramontana).
Il vento è uno dei fenomeni meteorologici che disturbano maggiormente la nostra psiche: mal di testa, nervosismo, insonnia, stanchezza, irascibilità sono solo alcuni dei malesseri che molte persone lamentano nelle giornate ventose.
Non vi è regione della terra, d’altronde, visitata da una così ricca varietà di venti come la nostra penisola: Bora, Foehn, Maestrale,Tramontana, Libeccio, Sciroccoe Grecale, solo per citare i più importanti.
Quasi tutti provengono da regioni del globo molto distanti, anche 6000-8000 km e, poichè portano con sè le caratteristiche climatiche delle regioni di origine, provocano al loro arrivo forti variazioni di temperatura, umidità, pressione e, talvolta, anche di elettricità atmosferica. Queste alterazioni, di solito piuttosto brusche, richiedono all’organismo un notevole sforzo di adattamento in tempi piuttosto rapidi, scatenando pertanto nei soggetti meteorosensibili vere e proprie malattie, le cosiddetteanemopatie (dal greco anemos = vento + patheia = malattia)
La Bora è un vento molto freddo da nordest che soffia con raffiche violente (fino a 130 km/h): se proviene dalla gelida Siberia, giunge sull’Adriatico come vento rigido ma secco (Bora chiara). Il brusco e intenso raffreddamento, oltre che risvegliare nevralgie alle articolazioni e ai denti, favorisce soprattutto l’insorgere di malattie cardiovascolari.
I medici infatti ben sanno che l’angina pectoris si manifesta in genere in presenza di repentini cambiamenti di temperatura, solitamente dal caldo al freddo; con il freddo intenso diviene più forte anche il rischio di trombosi ed emboli polmonari.
Con la Bora chiara, inoltre, sono più frequenti anche le crisi di glaucoma (malattia dell’occhio), le paralisi del nervo facciale e le affezioni broncopolmonari.
Effetti simili a quelli della Bora chiara sono provocati anche da altri venti freddi e secchi: la Tramontana, che soffia da nord e che in genere è abbastanza intensa su Toscana, Umbria e Lazio; il Grecale, che con le sue correnti provenienti da nordest investe le regioni ioniche e quelle tireniche; il Maestrale, le cui vigorose correnti, provenienti dalla Provenza, si abbattono con violenza soprattutto sulla Sardegna. Non è un caso che proprio quest’isola (in particolare la città di Sassari), dove il Maestrale soffia con violenza, detenga il primato in Italia per le cefalee.
Se invece le correnti che raggiungono l’Adriatico sotto forma di Bora provengono dal Nord Atlantico, il vento, pur essendo meno freddo, risulta molto umido e piovoso (“Bora scura“) ed il freddo umido nuoce a chi soffre di asma e di reumatismi.
Tra i venti umidi il più noto è senza dubbio il Libeccio, le cui correnti sudoccidentali investono le coste della Lguria, della Toscana e del Lazio, dove spesso scatena violente mareggiate, le “libecciate” appunto. E’ quasi sempre accompagnato da un sensibile calo della pressione atmosferica, circostanza che contribuisce ad aggravare ulteriormente i dolori reumatici.
Tuttavia, i venti più deleteri per il nostro organismo sono quelli caldi e secchi, e tra questi il più incriminato è senza dubbio il Foehn, avente un’elevata carica positiva, la quale può avere un’influenza nociva sui sistemi neuroendocrino, polmonare e respiratorio.
Effetti nocivi sull’organismo sono provocati anche dallo Scirocco, il vento più noto di tutta la penisola, perchè non vi è regione che sfugga alle sue tiepide correnti; ma gli effetti più vistosi di questo vento caldo proveniente da sudest si ossevano in Sicilia, dove, oltre a giungere piuttosto caldo e secco, nella discesa sui rilievi dell’isola si riscalda ulteriormente per compressione, provocando sbalzi di temperatura esorbitanti: in Sicilia infatti si possono toccare o addirittura superare i 40 °C; pensate che nel 1945, i venti di Scirocco fecero salire la colonnina di mercurio fino a 49°C in poche ore! È evidente che in tali condizioni il sistema di termoregolazione “dà forfait”, con effetti deleteri soprattutto a livello mentale. In particolare la cosiddetta “sindrome da Scirocco”provoca eccitazione, forti istinti di aggressività e, nei casi più drammatici, impulso al suicidio. Inoltre il suo arrivo è spesso anticipato, 12-24 ore prima, da altri sintomi quali cefalea, insonnia, ansietà e vertigini. Se poi il vento soffia con energia, sono in molti ad avvertire irritazione alle vie respiratorie e mal di testa.
Studi recenti hanno addirittura mostrato una relazione diretta tra questi venti forti e caldi e l’aumento di casi di suicidi e omicidi!
Oltre agli effetti connessi alle variazioni dei fattori meteorologici, i venti esercitano un’azione indiretta sulla salute dell’uomo, oltre che di animali e piante, poichè trasportano inquinanti, pollini e insetti, i quali possono essere, a loro volta, veicolatori di virus e malattie, fino a scatenare vere e proprie epidemie.
Beh, ora che vi abbiamo descritto tutti gli effetti che i venti possono avere sul nostro corpo e sulla nostra psiche, mettendone in evidenza il lato peggiore, vogliamo chiudere in bellezza, ricordandovi anche l’aspetto poetico e accattivante del vento, pensando a quanto sia piacevole a volte essere accarezzati dalle correnti che solcano il cielo e ascoltare la loro “voce”, che ci porta notizie da terre molto, molto lontane.
Condiviso da:http://blueplanetheart.blogspot.it/2013/12/nei-venti-il-perche-di-molte-malattie.html