Vaccino vs Harvard :uno studio dimostra che e' piu' pericoloso del covjd-stesso - Speranza Trema

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La narrativa del vaccino crolla mentre uno studio di Harvard mostra che Jab è più pericoloso del COVID , e Speranza e' sempre piu' coinvolto Leggiamo da : La narrativa del vaccino crolla mentre lo studio di Harvard mostra Jab più pericoloso del COVID (theflstandard.com)   come confermato da tutte le fonti citate al suo interno Poiché i booster che non sono stati testati sugli esseri umani vengono lanciati in tutto il paese, un nuovo studio indica che il jab è molto più pericoloso dello stesso COVID-19. E il CDC ha fornito false informazioni riguardo al tracciamento degli eventi avversi legati ai vaccini. Poiché i funzionari del governo e i media mainstream esortano i vaccinati a iniettare un secondo cosiddetto booster "bivalente" che si dice stia prendendo di mira la variante Omicron, si scopre che questa sostanza non è stata testata sull'uomo.  E l'unico studio sugli animali che è stato eseguito includeva otto topi . “Non è stato dimostrato in una sperimenta

La farmacopea omeopatica: Tinture Madri,diluizioni e dinamizzazioni.

La farmacopea omeopatica: Tinture Madri,diluizioni e dinamizzazioni.
La preparazione dei medicinali omeopatici avviene secondo le indicazioni della Farmacopea Omeopatica.

La memoria dell'acqua e l'omeopatia secondo Luc Montagnier
Di recente è entrato in vigore in Italia il Codice Europeo sui Farmaci (D.L.vo n. 219/2006), il testo unico per tutta la Comunità Europea che regola l’intero settore farmaceutico.
L'introduzione di tale norma porterà vantaggi soprattutto ai consumatori, in particolare, maggiore sicurezza e qualità dei farmaci e maggiore disponibilità di prodotti.
Novità importante è l’introduzione di una nuova categoria di medicinali: il medicinale omeopatico.
Grazie a questo Decreto, chi già utilizza i farmaci omeopatici può tirare un sospiro di sollievo poiché, adesso, il “prodotto” omeopatico è considerato a pieno titolo un vero e proprio FARMACO, mentre chi non li ha mai utilizzati, ha la certezza di avere a disposizione prodotti di qualità, di origine naturale, praticamente privi di effetti collaterali, utili per la cura dei disturbi più comuni.
I ceppi omeopatici (le tinture madri) sono le forme galeniche preparate con materie prime di origine vegetale, minerale, animale o di sintesi che servono come materiale di partenza per la preparazione delle diluizioni. I requisiti richiesti per ciascun componente da utilizzare per l’elaborazione di un medicinale omeopatico sono fissati nelle corrispondenti monografie della Farmacopea Omeopatica, ossia il testo ufficiale che definisce le procedure da seguire per la preparazione dei medicinali omeopatici.

Nel caso di una materia prima di origine vegetale, viene specificata quale parte della pianta deve essere utilizzata: fiori, foglie o radici, ecc., e quale è il momento più opportuno per la raccolta, quali sono le tecniche e le metodiche di fabbricazione, ecc. La stessa cosa avviene per le sostanze di origine animale: si specifica se devono essere utilizzate alcune parti dell’animale o l’animale completo, ecc.

Grazie alla precisione delle direttive, alla descrizione, identificazione ed elaborazione dei componenti di partenza, si ottiene la preparazione corretta e si garantisce la possibilità di ottenere un prodotto dalle caratteristiche sempre uguali.

Un farmaco omeopatico è composto da una parte attiva e da un veicolo o supporto.

La parte attiva (o principi attivi), a cui si fa riferimento parlando di farmaci omeopatici, è costituita dalle potenze (o diluizioni) omeopatiche che si ottengono mediante operazioni successive di diluizione del ceppo di partenza in un veicolo inerte (in genere acqua, alcool o lattosio).

Le materie prime impiegate possono essere solubili o insolubili; in base alla loro forma verrà scelto il veicolo adeguato.

Le forme solubili si preparano mediante una triturazione iniziale che facilita l’ottenimento dei principi attivi. Si lascia quindi macerare la triturazione in alcool (ad una temperatura prestabilita e per un determinato periodo di tempo), poi viene filtrata e spremuta con l’obiettivo di ottenere l’estratto più ricco possibile.

Mediante la macerazione in alcool si libera una vasta gamma di principi attivi e una piccola frazione volatile (olii essenziali), pertanto la sostanza risultante è più completa di quella preparata per semplice infusione. Il filtrato riceve il nome di Tintura Madre e si esprime mediante la sigla TM o il simbolo Ø.

Le sostanze insolubili sono trattate per mezzo di un processo meccanico mediante il quale la sostanza solida viene diluita dopo miscelazione con un eccipiente inerte fisso, il lattosio, fino al raggiungimento di un certo grado di solubilità.

La diluizione omeopatica può essere definita come la ripartizione della Tintura Madre in un veicolo inerte (generalmente alcool 70%).

A seconda della proporzione tra soluto e solvente, si possono distinguere cinque scale di diluizione: decimale, centesimale, korsakoviana, flusso continuo e 50 millesimale

1. Diluizione decimale: il rapporto corrisponde ad una parte di soluto e 9 parti di solvente. Si può rappresentare con una delle seguenti sigle: D, X, DH, XH. Questo tipo di diluizione è molto diffuso nel mondo tedesco ed è stato fatto proprio dalla medicina antroposofica e omotossicologica. Ad esempio per le diluizioni omeopatiche decimali l’ulteriore diluizione si ottiene prendendo un decimo della diluizione precedente (D1), diluendola e dinamizzandola in 9 parti di soluzione idroalcolica. Si ottiene in tal modo la seconda decimale hahnemanniana (D2) e così via per le diluizioni successive.

2. Diluizione centesimale: la proporzione è tra una frazione di soluto e 99 di solvente. Si indica con: C o CH. Questa diluizione è molto diffusa in Francia. Per le diluizioni centesimali, si utilizza un centesimo della diluizione precedente (1CH), la si diluisce e dinamizza in 99 parti di solvente, ottenendo così la seconda centesimale hahnemanniana (2CH) e via di seguito (3CH, 4CH, ecc.).

3. Diluizione korsakoviana: detta anche del flacone unico, realizza la diluizione di un ceppo omeopatico attraverso operazioni successive in un veicolo liquido, precisamente acqua distillata, operando in un flacone unico. È il numero di operazioni effettuate che definisce il grado di diluizione. Con questo metodo si ottengono delle preparazioni liquide, chiamate diluizioni korsakoviane, designate con l'abbreviazione K preceduta dal numero che corrisponde al grado di diluizione. Operativamente la diluizione si effettua attraverso l'agitazione di 5 ml di tintura madre in un flacone di vetro da 15 ml; il numero delle agitazioni non deve essere inferiore alle 100 volte, dopo di che si svuota il flacone per aspirazione del contenuto; subito dopo si introducono nello stesso flacone 5 ml di acqua distillata, quantità che rappresenta 99 volte il contenuto della tintura madre rimasta sulle pareti del flacone, si agita ancora per 100 volte, ottenendo cosi la prima diluizione Korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con lo stesso metodo fino al raggiungimento della diluizione desiderata.

4. Diluizione a flusso continuo: si utilizza per le diluizioni molto elevate riducendo i tempi necessari alla loro preparazione. Si ottiene aggiungendo il diluente (acqua) in un recipiente munito di agitatore meccanico nel quale è presente la soluzione da diluire. Il volume di liquido che entra fuoriesce nella stessa quantità dal recipiente. È un metodo squisitamente industriale che produce delle diluizioni completamnete diverse da quelle fin’ora esaminate. Viene applicato alle dosi uniche (alte diluizioni). Accanto al numero indicante la diluizione non compare nessuna lettera.

5. Diluizione cinquantamillesimale: si utilizza una metodica a se stante piuttosto complessa che intervalla diluizioni a secco (farmaco sotto forma di polvere )a diluizioni in umido (farmaco sotto forma di soluzione). Nelle cinquantamillesimale la deconcentrazione va da 1 a 50.000 a ogni passaggio. È stata questa l’ultima diluizione proposta da Hahemann per limitare gli aggravamenti farmacologici.

Al termine dei passaggi appena descritti, si procede a combinare le diluizioni con il veicolo eccipiente per ottenere la forma farmaceutica desiderata.

Questa è l’ultima parte del procedimento di preparazione.

Ad ogni passaggio di diluizione si effettua il processo di dinamizzazione, ossia il violento scuotimento del prodotto semilavorato.




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