Aumento del 50% delle morti tra gli adolescenti, l’AIDS continua a mietere vittime
Secondo i medici, la caduta d’attenzione verso il virus ha illuso milioni di giovani che il problema fosse risolto.
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono due milioni gli adolescenti sieropositivi nel mondo.
Le morti legate all’Aids tra gli adolescenti tra 10 e 19 anni sono aumentate del 50 % tra il 2005 e il 2012, passando da 71mila a 110mila casi. Secondo le organizzazioni sanitarie, una delle cause maggiori di questo aumento, sta nell’illusione che il virus sia stato debellato o divenuto poco contraibile. A livello mediatico, infatti, le campagne anti-aids nei paesi ‘sviluppati’ sono diminuite fortemente e questo sta provocando tra i piu’ giovani una errata convinzione riguardo le possibilità di contagio.
Tuttavia, a trent’anni dall’inizio dell’epidemia globale di questa malattia, la conquista più importante è che, anche se l’Aids continua a rimanere una delle principali minacce per la salute, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, ormai le persone sieropositive vivono più a lungo e in salute. In paesi come gli Usa o l’Italia l’età media di molti malati supera i 50 anni, e i medici devono per la prima volta occuparsi non solo di carica virale, ma anche di problemi tipici dell’età avanzata, come diabete e ipertensione.
L’Italia è uno dei paesi al mondo dove la mortalità è più bassa. Inoltre i farmaci antiretrovirali, che hanno contribuito a tenere sotto controllo l’infezione, si stanno diffondendo sempre di più: nei paesi a basso e medio reddito vi hanno accesso circa 10 milioni di persone.
A livello di ricerca e innovazioni terapeutiche, la più importante è stata presentata pochi giorni fa, e si tratta del primo vaccino terapeutico pediatrico al mondo contro l’Hiv, sperimentato con successo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma su 20 bambini. Si tratta di un vaccino che funziona “educando” il sistema immunitario di una persona infetta a reagire contro il virus, tenendolo sotto controllo. Se dovesse funzionare, in futuro si potrebbe arrivare a poter sospendere i farmaci per questi pazienti.
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